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Dominique Van Doorne

 

Che cosa è l’ipoparatiroidismo?
Per ipoparatiroidismo si intende un quadro clinico dovuto a mancata produzione di PTH da parte delle paratiroidi caratterizzato da ipocalcemia, iperfosforemia (aumento del fosforo nel sangue) e carenza della forma attiva della vitamina D e dai sintomi che lo accompagnano.
Più raramente, il PTH viene prodotto normalmente ma non può agire per un difetto del suo recettore sulle cellule bersaglio (pseudo-ipoparatiroidismo). Nello pseudo-ipoparatiroidismo l’ipocalcemia si accompagna a livelli aumentati di PTH (e non diminuiti come nell’ipoparatiroidismo vero).

 

Quali sono i sintomi dell’ipocalcemia?
L’impossibilità di mantenere una normale concentrazione del calcio nei liquidi extra-cellulari provoca una sintomatologia specifica, che dipende dalla gravità e dalla rapidità d’insorgenza dell’ipocalcemia.
Quando l’ipocalcemia è recente e improvvisa, si possono avere:

Quando l’ipocalcemia insorge lentamente ed è cronica, si possono avere sintomi causati dal deposito dei sali di fosfato di calcio nei tessuti molli, in particolare nel cervello. I sintomi più frequenti sono:

 

Quali sono le cause dell’ipoparatiroidismo?
Le cause di ipoparatiroidismo sono:

 

Quali sono le cause dello pseudo-ipoparatiroidismo?
Lo pseudo-ipoparatiroidismo è un quadro clinico più raro dell’ipoparatiroidismo, dove l’ipocalcemia si associa a livelli elevato di PTH.
Le cause sono genetiche e comprendono varie anomalie del recettore per il PTH, per cui il PTH non può agire sugli organi bersaglio e non può aumentare il riassorbimento del calcio a livello renale e osseo;

 

Come si cura l’ipocalcemia?
La terapia dell’ipoparatiroidismo mira a correggere l’ipocalcemia con calcio e vitamina D; solo recentemente l'ente regolatorio nazionale (AIFA) ha autorizzato in Italia l'uso di paratormone sintetico iniettivo per il trattamento delle forme più severe e refrattarie di malattia (L. 648). La vitamina D è il farmaco più efficace nella terapia dell’ipoparatiroidismo, perché stimola il riassorbimento di calcio dall’intestino e rimodella il tessuto osseo.
È necessario dare il metabolita attivo della vitamina D, chiamato calcitriolo, perché, in assenza di PTH, la vitamina D non viene attivata a livello renale.
Per trovare il giusto dosaggio del calcitriolo è bene controllare spesso la calcemia.
Per raggiungere una buona calcemia può essere necessaria la somministrazione di 1-3 g al giorno di calcio.
Per monitorare la terapia è importante fare ogni tanto anche il controllo della calciuria (calcio nelle urine delle 24 ore).
La crisi ipocalcemica acuta post-operatoria (vedi Quali sono i sintomi) deve essere trattata con somministrazione endovenosa di calcio.